Cos’è l’effetto Coanda? Tutto quello che c’è da sapere
Prima di arrivare a parlare dell’effetto Coanda in tutte le sue parti, per chi non sapesse di cosa si tratta, conosciamo da vicino cos’è. Trattasi della ‘tendenza per la quale un getto di fluido segue il contorno di una superficie vicina’. La scoperta è avvenuta grazie ad Henry Coanda, uno dei primi avventori dell’aerodinamica, che brevettò alcuni strumenti volti proprio allo scopo di deviare il getto di un fluido.
Tale principio, che si applica nei ‘mezzi volanti’, ha le sue radici nelle teorie avveniristiche di Leonardo da Vinci. Egli è colui che per primo nella storia dell’uomo, arrivò a capire che più si spinge l’aria verso il basso, e più si viene sospinti automaticamente verso l’alto. Se il principio è facile da capire nel caso in cui si stia parlando di un elicottero, meno lo è quando si è di fronte a un aeroplano.
La legge Bernoulli
Il tutto avviene grazie due persone, Bernoulli e Coanda. Il primo, è quello per la quale oggi esiste la legge relativa a un fluido in movimento: a parità di quota, quando la velocità aumenta, contestualmente si avrà una diminuzione della pressione, e la cosa avviene anche in maniera inversa.
Prendendo ad esempio il profilo di un’ala di aeroplano, basta che esso sia realizzato in modo da permettere all’aria che passa di farle percorrere una più lunga traiettoria, in modo da creare una differente pressione sulle due facce dell’ala.
Effetto Coanda
Un ingegnere rumeno, che prima abbiamo identificato con il nome di Henry Coanda, è colui che grazie al brevetto di alcuni strumenti, ha permesso di procedere sui fluidi in maniera diversa. Secondo la sua scoperta, ‘un fluido viscoso che procede seguendo una linea su una superficie curva, ha la tendenza di seguire la sua traiettoria tangente alla superficie stessa’. Questo avviene anche nel caso in cui la stessa superficie finisce.
L’effetto Coanda, prevede anche che l’effetto sia più intenso, quanto più l’ala stessa si muove velocemente verso il fluido viscoso. Per questo motivo, la portanza degli aerei è realizzata in base alla velocità che esso avrà durante tutte le sue fasi di volo.
Seguendo questi principi, agli aerei sono state delle modifiche, come l’inserimento delle parti mobili, che portano il nome di ipersostentatori. Tali parti sono strutturate in modo da aprirsi quando si eseguono manovre a velocità più basse (ad esempio atterraggio e decollo), e a chiudersi invece quando l’aereo percorre il viaggio a velocità normale.
Foto copertina by Hsingh8658 [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons.