Come si impermeabilizza un tetto?
Il tetto è un elemento strutturale importantissimo. Protegge dagli agenti atmosferici e fa si che la casa sia sempre ben asciutta e non ci batta il sole nei momenti non desiderati. Per poter svolgere davvero la sua funzione a ombrello ha bisogno di uno strato impermeabilizzante da installare tra il solaio e il rivestimento, insieme all’isolante termico e la barriera al vapore.
Quando lo strato impermeabilizzante non è continuo, ecco che c’è il rischio di infiltrazioni pericolose nei locali. La conseguenza può essere la comparsa di macchie di umidità e muffe, le quali possono provocare nel lungo periodo serie conseguenze anche a livello strutturale, oltre che problemi alla salute.
Verifica iniziale delle condizioni del tetto
Prima di procedere con l’impermeabilizzazione vera e propria del tetto, occorre capire quali sono le sue condizioni e qual è il tipo di problema che realmente lo affligge. Un conto è sistemare una piccola infiltrazione e un altro invece è doverlo rifare da zero.
Questa verifica iniziale permette anche di comprendere qual è il tipo di manto già esistente in modo da organizzare i successivi interventi. Nel caso delle coperture in cotto per esempio può essere una buona idea optare per una sostituzione completa. Se in generale il tetto è in buono stato, c’è la possibilità di sostituire solo in modo parziale le parti danneggiate e integrare i nuovi elementi con quelli vecchi. Lo scopo comunque è quello di ottenere alla fine un effetto coerente.
Ti sei reso conto che anche per la sola verifica delle condizioni del tetto non è possibile fare da soli, per questo è necessario contattare un’azienda specializzata come Mazzucchelli (link https://www.mazzucchelli.net/impermeabilizzazioni), che offre soluzioni per tutti i tipi di tetti, terrazzi e balconi e può applicare il sistema impermeabilizzante MasterSeal Roof. Dopotutto si tratta di uno degli elementi più importanti di tutta la struttura e se hai bisogno di impermeabilizzare il tetto di casa evidentemente è necessario che lo facciano dei professionisti.
Scegliere l’isolante giusto
Per ottenere un’impermeabilizzazione del tetto il più efficace possibile c’è da rimuovere come prima cosa il vecchio strato e valutare qual è la tenuta della parte di appoggio sottostante. Se quest’ultimo è ben messo si può applicare l’isolante. Se invece presenta discontinuità o lesioni serve procedere al fine di recuperare la superficie, rendendola stabile. L’isolante giusto deve essere come prima cosa di buona qualità. Ne esistono però di diverse tipologie.
Guaina bituminosa
E’ la più diffusa in assoluto ed è prefabbricata. La guaina bituminosa è composta da un materiale in fogli a base di bitume il cui spessore è variabile. E’ resistente e facile da montare, questo la rende particolarmente adatta anche per chi con poca esperienza opta per il fai da te. Più è spesso e maggiore è la resistenza, però cresce anche la difficoltà di posa. Questa guaina può essere tranquillamente utilizzata sopra altri strati già presenti ed è anche per questo che è considerata una delle soluzioni migliori a livello di qualità e prezzo.
Guaina liquida
Rappresenta un’altra ottima soluzione, pensata soprattutto per le superfici geometriche più complesse. Si stende con un rullo o un pennello come una qualsiasi vernice. E’ un po’ più difficile da lavorare per via della sua consistenza gelatinosa e viscosa.
Guaina ardesiata
E’ una membrana che offre una una buona impermeabilizzazione del tetto. E’ usata in campo architettonico perché offre un discreto vantaggio, cioè quella di poter essere lasciata a vista senza nessuna finitura, copertura o pavimentazione. E’ resistente a tal punto da poter stare in contatto con gli agenti atmosferici. Viene prodotta in diverse varianti di colore in modo da adattarla bene a ogni gusto estetico.
Bitume
E’ utilizzato soprattutto in ambito industriale e nell’edilizia civile. E’ lo stesso materiale della prima tipologia di guaina, solo che non è pre-fabbricato. E’ viscoso e granulometrico, questo lo rende adattabile alle varie geometrie. Nel tempo però tende a invecchiare, perciò la perdita di elasticità che ne deriva può compromettere le qualità meccaniche.
Membrane polimeriche
All’interno di queste membrane polimeriche vi è una percentuale di bitume inferiore al 50% e per il resto si trovano altri polimeri plastici come il PVC e il polietilene. Ha un’elasticità ottima però non può essere usata su tetti già trattati con bitumi, catrami, solventi, asfalti, oli o qualsiasi altro prodotto a base di idrocarburi. Uno dei difetti è la scarsa resistenza ai raggi UV.
Membrane autoadesive
Le membrane autoadesive possono essere sia di tipo polimerico che bituminoso. Sono molto facili da posare e sfruttano il sistema a freddo. Non c’è bisogno delle fiamme libere anche se comunque per ottenere una posa laterale ottimale servono strumenti che generano aria calda senza bisogno di fiamme.
E’ importante saper scegliere la giusta membrana impermeabilizzante per soddisfare pienamente le esigenze dell’edificio e non dover ripetere il ritocco in un secondo momento.